Dopo la conferma mondiale di Jonathan Rea la scorsa settimana in WSBK a Magny Cours, in MotoGP sul Circuito di Buriram, Marc Marquez risponde aggiudicandosi con la Honda il Gran Premio della Thailandia e conquistando così il suo ottavo titolo mondiale, quarto consecutivo. Per il fenomeno spagnolo comunque, il weekend non è stato una passeggiata di salute, con ben due cadute tra prove libere ed ufficiali.
Il primo incidente costringe addirittura ad un veloce passaggio in pronto soccorso per accertamenti. Le conseguenze dei due incidenti inizialmente condizionano Marquez che per gran parte della gara soffre la concorrenza dello strepitoso Fabio Quartararo con la Yamaha della Petronas SRT. Solo uno splendido attacco all’ultima curva consente a Marquez di conquistare la vittoria di gara e conseguentemente del Mondiale.
Andrea Dovizioso termina solo quarto con la Ducati, alle spalle della Yamaha ufficiale del ritrovato Maverick Vinales, e capitola con ancora quattro gare da disputare. Il romagnolo può ora solamente difendere l’argento in Campionato e pianificare al meglio il 2020. L’Italia raccoglie ottimi risultati anche con Franco Morbidelli con la seconda Yamaha della Petronas SRT.
Il romano chiude sesto in mezzo alle ottime Suzuki Ecstar di Alex Rins e Joan Mir. Prova senza infamia e senza lode per Valentino Rossi e Danilo Petrucci, che terminano rispettivamente ottavo e nono. Il ternano della Ducati retrocede al quinto posto in classifica provvisoria e se vorrà sperare nel bronzo mondiale dovrà sfoderare fin dal prossimo round un altro carattere.
Top Ten completata da Takaaki Nakagami con la Honda di Lucio Cecchinello. Il nipponico si prende il “lusso” di precedere un demotivato Cal Crutchlow, ormai vicino al passo d’addio. L’inglese è solo dodicesimo dietro a Francesco Bagnaia che tenta di risalire la china dopo le deludenti ultime gare con la Ducati di Pramac Racing. Per questa squadra il weekend di Buriram si rivela amaro alla luce del quattordicesimo posto di Jack Miller, partito dai box per problemi patiti nel warm-up. Miller finisce alle spalle di Pol Espargaro che si conferma miglior pilota sulle discontinue KTM.
La zona punti la completa il nostro Andrea Iannone, alle prese con un’Aprilia piena di problemi e non al massimo della motivazione. Il compagno di team Aleix Espargaro è invece costretto a riprendere la strada dei box, uno dei due soli piloti ritirati: l’altro è Mika Kallio caduto con la KTM rilevata da Johann Zarco. Sedicesimo posto per la KTM Tech 3 di Miguel Oliveira, sconfitto in extremis da Miller e Iannone nella volata finale.
Diciassettesimo posto per Tito Rabat con la Ducati di Reale Avintia davanti ad uno spento Jorge Lorenzo, la maggiore delusione della Moto GP 2019. Sembra che niente riesca a riportare Lorenzo ai vecchi livelli di competitività. La “riscossa” del 2018 si è rivelata effimera. Diciannovesimo posto per Karel Abraham con la seconda Ducati di Reale Avintia, ormai abituale frequentatore della bassa classifica.
Peggio di lui fa il malese Hafizh Syahrin, che chiude ultimo con la KTM di Tech 3. Lo sfortunato asiatico soffre la scarsa competitività delle moto austriache e la motivazione viene meno gara dopo gara. Un peccato perché con le Yamaha Syahrin aveva dimostrato delle buone potenzialità.
Prossima gara in Giappone, al Twin Ring di Motegi, la pista che da oltre tre lustri ha sostituito lo storico circuito di Suzuka. Per Marquez inizia la passerella finale da campione, ora l’attenzione si polarizza sulla lotta per il terzo posto tra Rins, Vinales e Petrucci.