La soddisfazione in casa Ducati per la conferma della vittoria a Losail è durata ben poco. A Rio Hondo (Argentina), in occasione della seconda prova della MotoGP, Marc Marquez è di nuovo tornato padrone della scena. Il campione in carica iberico, autore di un ottimo scatto, distanzia ben presto il gruppo e si invola verso un successo importante, che lo rilancia in testa alla classifica di Campionato. Alle sue spalle i colori italiani sono comunque brillanti: nelle ultime battute di gara Valentino Rossi lancia con la sua Yamaha l’assalto ad Andrea Dovizioso, si porta secondo e sale di nuovo sul podio dopo un lungo digiuno.

Per avere quarant’anni, il “Dottore” dimostra ancora una splendida forma. “Dovi” mastica piuttosto amaro e dopo una sola gara si ritrova di nuovo a dover inseguire; il terzo posto per il romagnolo ha un sapore amarognolo. Ai piedi del podio troviamo l’australiano Jack Miller, con la migliore delle Ducati private. Nonostante la perdita dello sponsor Alma, la Pramac Racing rimane estremamente competitiva. Miller si avvantaggia della caduta che elimina all’ultimo giro Maverick Vinales e Franco Morbidelli entrambi alla guida di una Yamaha.

L’harakiri degli alfieri di Iwata giova anche ad Alex Rins che chiude quinto con la sola Suzuki Ecstar rimasta in gara –Joan Mir è rientrato ai box a metà gara- e a Danilo Petrucci che con la seconda Ducati ufficiale è sesto. Bella anche la gara di Takaaki Nakagami che salva l’onore della Lucio Cecchinello Racing con la sua Honda; Cal Crutchlow, infatti, viene sanzionato immediatamente con un Ride Through per partenza anticipata e conclude solamente tredicesimo.

L’onore della Petronas Yamaha SRT, dopo il crash di Morbidelli, lo salva il transalpino di evidenti origini italiane Fabio Quartararo, che termina in ottava posizione davanti all’Aprilia del veloce iberico Aleix Espargaro, ancora una volta vincitore del duello “in famiglia” con il fratello Pol con la KTM. Quest’ultimo porta la moto austriaca ai confini della Top Ten e termina alle spalle di Aleix per appena quattro decimi. Continua il momento “NO” di Johann Zarco, che anche stavolta staziona ai margini della zona punti: solo l’incidente dell’ultimo giro gli permette di raggranellare il misero punticino del quindicesimo posto.

Il francese sembra veramente l’ombra del campioncino che lottava coi migliori alla guida della Yamaha Tech 3. E la squadra francese sta a sua volta pagando a caro prezzo il passaggio alle KTM: Miguel Oliveira ha chiuso undicesimo, ma Hafizh Syahrin anche stavolta ha fallito l’aggancio alla zona punti chiudendo sedicesimo. Per il malese un’altra batosta dopo la brutta gara di Losail. E a proposito di delusioni, bisogna citare anche Jorge Lorenzo che con la seconda Honda ufficiale racimola un misero dodicesimo posto.

E’ vero che l’iberico ex-Ducati non è in condizioni di salute ottimali, ma a Rio Hondo il confronto con Marquez è impietoso in termini di velocità e risultati. Anche Francesco Bagnaia con la seconda Ducati di Pramac Racing sfigura notevolmente nel confronto con il compagno di team Miller, ottenendo un risicato quattordicesimo posto. Nel suo caso, si può ancora invocare la scarsa esperienza nella classe regina. Peggio ancora va ad Andrea Iannone che con l’Aprilia ufficiale chiude diciassettesimo ed ultimo, uno dei suoi peggiori piazzamenti di sempre in Moto GP.

L’ex-ufficiale Suzuki è già alla sbarra e ad Austin dovrà mostrare tutt’altra grinta. Ancora più disastrosa la gara della Reale Avintia Racing: sia Tito Rabat che Karel Abraham finiscono la gara nelle vie di fuga nello spazio di un paio di minuti. Due gare e la scuderia iberica non ha ancora raccolto un punto. Due settimane di pausa e si sale nel Nord America, in Texas. Ad Austin, Dovizioso dovrà di nuovo calarsi nella parte dell’inseguitore di un Marquez implacabile… Rossi & Co. permettendo!
