Il Safari Rally Kenya recupera il suo posto nel WRC sfornando un’edizione davvero massacrante. La Toyota, che sugli sterrati africani vantava già numerosi successi con le Celica e le Corolla WRC, aggiunge un’ulteriore affermazione al suo palmares grazie a Sebastien Ogier. Il francese è uno dei pochi a non dovere mai ricorrere al Super Rally nella massacrante corsa keniota e trionfa con quasi ventidue secondi di vantaggio sul compagno di team Takamoto Katsuta. Ogier allunga così in testa alla classifica del Campionato Mondiale Rally con trentaquattro lunghezze di vantaggio su Elfyn Evans. Il britannico sconta la “toccata” che nella prima giornata di gara gli costa la perdita della ruota anteriore destra, e buon per lui che la massacrante selezione e il terzo tempo sulla Power Stage finale di Hell’s Gate gli permettano di limitare in minima parte i danni.

Un bronzo di spessore, con miglior tempo nella Power Stage, per Ott Tanak e Martin Jarveoja sulla migliore Hyundai i20 Coupé WRC. L’estone resta però al quarto posto in classifica di Campionato malgrado il compagno di team Thierry Neuville non riesca a finire la corsa causa un cedimento alla sospensione posteriore. Anche Dani Sordo con la terza i20 Coupé WRC sconta la perdita di una ruota nelle prime battute di gara e quindi una serie di penalità che lo relegano al dodicesimo posto, mentre Oliver Solberg è fermato dopo la quinta prova speciale a causa di un danno a un attacco del rollbar dopo un salto. Per la Hyundai una battuta d’arresto pesante nell’ottica della classifica costruttori. Ai margini della zona punti, le Ford Fiesta WRC della M-Sport che realizzano una buona performance corale dimostrando buona solidità: Gus Greensmith è quarto precedendo di un solo decimo un grande Adrien Fourmaux.

Sesto posto finale per la Toyota Yaris WRC di Kalle Rovanpera che sconta lo “stop” sulla settima prova speciale, in cui resta impantanato nella sabbia. L’assenza dei tradizionali protagonisti del WRC 2 e WRC 3 consente come da tradizione ad alcuni piloti locali di entrare nella zona punti: Onkar Rai con la Volkswagen Polo GTI R5 è settimo assoluto e artiglia la vittoria per la classifica del campionato keniota. Lo segue Patel Karan che, con la Ford Fiesta R5, termina ottavo, avendo la meglio solo in extremis sulla Volkswagen Polo GTI R5 di Carl Tundo. I tre keniani compongono anche il podio della classe WRC 3 e si prendono la soddisfazione di precedere, oltre ad Evans e Sordo. Il nostro Lorenzo Bertelli, al volante della terza Ford Fiesta M-Sport, maledice la perdita d’acqua che sulla quarta speciale lo costringe allo stop e quindi a ricorrere al Super Rally. Ripartito, soccombe nel finale di gara alla rabbiosa rincorsa di Evans fallendo l’aggancio ad una storica zona punti.

Per il resto, la classifica è formata esclusivamente da piloti kenioti con l’unica eccezione del polacco Daniel Chwist, diciassettesimo con una Ford Fiesta Rally2. Assieme a Chwist la M-Sport Polonia porta sugli sterrati africani anche il veterano Sobieslaw Zasada, al ritorno in Kenia dopo ben ventiquattro anni dall’ultima apparizione. Con i suoi novantuno anni, Zasada passa alla storia come il più anziano pilota mai sceso in campo in un evento del WRC, ed il cedimento alla sospensione che lo ferma nell’ultima speciale non svilisce la sua splendida impresa sportiva. Da notare poi la presenza di altri due piloti italiani con grande esperienza nei rally del Continente Nero. Uno è Giancarlo Davite, in gara con una Mitsubishi Lancer Evo X R4 e subito stoppato da problemi di salute; l’altro è Piero Canobbio che, al pari del suo navigatore Alberto Marcon, gareggia con licenza keniota.

Un guasto meccanico lo ferma sulla quattordicesima speciale. Tra i ritirati, in gran parte per guasti meccanici, c’è purtroppo anche McRae Kimathi, giovane talento keniota chiamato così in onore del leggendario Colin McRae. Un cedimento ferma la sua Ford Fiesta Rally3 a pochi chilometri dall’arrivo. Ventisei piloti completano la corsa keniota di cui solo undici senza mai ricorrere al Super Rally, confermando la grandissima durezza degli itinerari locali nonostante l’impiego delle tradizionali PS al posto dei “settori competitivi”. Grande soddisfazione a fine gara sia per gli organizzatori del WRC sia per le autorità locali per la perfetta riuscita del primo evento extraeuropeo del World Rally Championship in epoca di pandemia. Poche settimane di pausa e a metà luglio si torna in campo in Estonia con la settima prova della stagione.