Sulla pista di Le Mans, resa molto umida da condizioni meteo altalenanti, si infrange la marcia trionfale in Moto3 di Pedro Acosta, costretto ad inseguire dopo una caduta che lo coinvolge assieme a Jaume Masia nelle prime battute di gara. Lo spagnolo della Red Bull Ktm Ajo comunque non si dà per vinto e riesce a limitare decentemente i danni, chiudendo ottavo e mantenendo comunque un margine di vantaggio di cinquantaquattro punti su Sergio Garcia, emerso vincitore con la GasGas. Una conferma della grande competitività della nuova moto iberica, capace di inserirsi già nella stagione di esordio nella “bagarre” tra Honda e Ktm.
E dire che la GasGas fino allo scorso anno era nota solo per il suo immenso palmares nel Trial. Il bagnato di Le Mans consente ad alcuni comprimari di volare alto. E’ il caso di Filip Salac che, con la Honda di Rivacold Snipers, chiude secondo a due soli secondi di ritardo da Garcia. Per il ceco è una delle migliori gare di sempre. Il weekend transalpino rimarrà però scolpito nella memoria di Riccardo Rossi che, con la Ktm di BOE Owlride, indovina l’assetto e realizza la gara della vita salendo sul gradino più basso del podio. Fin qui Rossi aveva collezionato una lunga serie di arrivi fuori dai punti ma forse a Le Mans è arrivato il momento della svolta.
Rossi termina davanti ad un “big” quale l’inglese John McPhee finalmente riuscito ad arrivare in fondo con la Honda di Petronas Sprinta dopo una sequenza incredibile di cadute. Sul bagnato i distacchi sono molto più elevati e manca il classico “trenino” che caratterizza le prove della Moto3. Basti pensare che Ayumu Sasaki, quinto con la Ktm di Tech3, accusa quattordici secondi di ritardo dal vincitore, e Adrian Fernandez, che regala al team di Max Biaggi grandi soddisfazioni chiudendo sesto con la Husqvarna, lamenta un distacco di ben ventisette secondi. Fernandez piega in volata la Honda Leopard Racing di Xavier Artigas, ma probabilmente con un giro in più entrambi sarebbero stati “divorati” da uno scatenatissimo Acosta.
Nono posto per Deniz Oncu con la seconda Ktm della Tech3, che precede in volata la Husqvarna di Romano Fenati, non molto soddisfatto. L’unico altro italiano ad entrare a punti nella “roulette russa” di Le Mans è Andrea Migno, undicesimo con la Honda di Rivacold Snipers. Subito fuori gioco Niccolò Antonelli, costretto a tornare ai box dopo una collisione che elimina Tatsuki Suzuki e attarda Jeremy Alcoba, poi arrivato ventiduesimo e ultimo con la Honda del team Gresini con un distacco di ben quattro giri. Fuori dai punti Stefano Nepa, diciassettesimo sulla seconda Ktm di BOE Owlride, e Dennis Foggia diciottesimo sulla Honda di Leopard Racing.
Anche il francese di chiare origini italiane Lorenzo Fellon, con la superstite Honda della squadra intitolata a Marco Simoncelli, fallisce l’aggancio alla zona punti chiudendo diciannovesimo, davanti a Darryn Binder che si gioca tutto cadendo nelle battute finali con la Honda di Petronas Sprinta. Anche Kaito Toba scivola con la Ktm di CIP Green Power, riesce a ripartire ma chiude solo ventunesimo, con un giro di ritardo. Ritirato anche Carlos Tatay con la Ktm di Avintia Esponsorama, finito a terra già nei giri di pregriglia e poi vittima di problemi tecnici. Va dunque in archivio il round francese della Moto3 con mille sorprese. Ed ora occhi puntati sul Mugello, sede del prossimo round del Motomondiale -purtroppo a porte chiuse-. Per Pedro Acosta arriverà l’immediato riscatto e la ripresa della fuga, oppure la GasGas tornerà a mettergli i bastoni tra le ruote?